"Sciara - Prima c'agghiorna" al Museo regionale di Messina

“Sciara – Prima c’agghiorna” al Museo regionale di Messina

Redazione

“Sciara – Prima c’agghiorna” al Museo regionale di Messina

sabato 23 Marzo 2024 - 08:50

Appuntamento con lo spettacolo alle 21 di sabato 23 marzo

Messina – Secondo appuntamento, sabato 23 marzo alle ore 21:00, con la rassegna “ClanDestini” del Clan degli Attori al Museo regionale interdisciplinare di Messina e con lo spettacolo “Sciara – Prima c’agghiorna” scritto e interpretato da Luana Rondinelli, con I Musicanti di Gregorio Caimi, diretto da Giovanni Carta.

Lo spettacolo è tratto dal romanzo “Francesca Serio. La madre”

Tratto dal romanzo “Francesca Serio. La madre” di Franco Blandi e scritto armonizzando il linguaggio drammaturgico con la testimonianza storica e la musica, lo spettacolo propone allo spettatore un’esperienza emozionale coinvolgente che lo accompagna alla presa di coscienza sulle condizioni di un mondo, di una storia, spesso sconosciuti. Quella di Francesca Serio, la madre di Salvatore Carnevale, il sindacalista barbaramente ucciso dalla mafia il 16 maggio 1955, è una vicenda umana e giudiziaria avvincente. È la storia di “Mamma Carnevale”, la prima donna che ebbe il coraggio di denunciare apertamente la mafia.

La piccola e forte contadina dei Nebrodi, donna anticonvenzionale, nonostante non avesse studiato, si oppose fermamente agli stereotipi femminili del suo tempo e fu paladina della lotta alla mafia già nel secondo dopoguerra. Poverissima, separatasi dal marito, con il figlio ancora in fasce, si trasferisce a Sciara e, nel tentativo di dare un futuro migliore a suo figlio, sceglie il duro lavoro nei campi, accanto agli uomini, senza mai rinunciare anche ai lavori più pesanti: uno scandalo per una società che relegava le donne tra le mura domestiche. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, il giovane Salvatore Carnevale sull’onda degli ideali del socialismo, comincia a occuparsi dei problemi dello sfruttamento dei lavoratori della terra fino a organizzare l’occupazione delle terre incolte e chiedere l’applicazione della legge di riforma agraria. Sottrae tempo al sonno per imparare “le parole”, quelle che legge nei giornali, attività che ritiene indispensabile per non farsi prendere in giro dai padroni. Non solo, nella sua povera casa, la sera organizza incontri con i contadini e insieme studiano il vocabolario, il libro che tiene costantemente sul suo comodino. L’attività del giovane contadino e sindacalista viene vista come un intralcio al potere dei proprietari terrieri e dei mafiosi. La reazione non tarda: Turiddu Carnevale viene barbaramente trucidato dalla mafia il 16 maggio 1955.

Francesca Serio, che già era stata accanto al figlio nelle lotte sindacali, dopo l’assassinio dedica la sua vita alla ricerca di verità e giustizia, denunciando i mafiosi che più volte avevano minacciato lei e il figlio, riuscendo a farli condannare in primo grado all’ergastolo, quali autori del delitto. Purtroppo, come accadeva in quegli anni, il processo d’appello ribaltò la sentenza. In Cassazione fu posta la parola fine alle speranze di giustizia di Francesca. Accanto a lei, in questa battaglia ci fu, dal primo giorno, Sandro Pertini, che non smise mai di sostenerla e di incoraggiarla. Specchio dell’Italia di quegli anni, il processo in Cassazione vide in posizioni opposte due futuri Presidenti della Repubblica: Giovanni Leone, difensore dei mafiosi imputati, e Sandro Pertini, che con l’Avvocato Francesco Taormina accompagnò le vicende giudiziarie della povera donna. La fedele ricostruzione dei fatti, in equilibrio tra fonti storiche e romanzo, restituiscono uno spaccato della storia delle lotte dei contadini in Sicilia contro lo strapotere padronale e mafioso ma soprattutto la dimensione più intima della vita di Francesca Serio, madre coraggio, la cui storia merita di essere tramandata e conosciuta.

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